Priscilla, il film diretto da Sofia Coppola, è l’adattamento del libro autobiografico Elvis and Me di Priscilla Beaulieu Presley pubblicato nel 1985.
Racconta la storia della coppia, dal loro incontro in Germania quando lei aveva quattordici anni e lui dieci più di lei, fino all’ultimo giorno di vita del cantante. Priscilla (Cailee Spaeny) che è figlia di un severo ufficiale dell’aeronautica degli Stati Uniti, sposa Elvis (Jacob Elordi) nel 1967 a ventidue anni dopo otto anni di fidanzamento, e nel ’68 ebbero una figlia, Lisa Marie (Emily Mitchell).
Ma la vita con il re del Rock’n Roll non sarà facile, nel 1973 infatti i due divorzieranno. Al centro del film ci sono gli anni di maggior successo di Elvis che si spegnerà a soli quarantadue anni nel 1977, consumato dal suo malsano stile di vita.
Priscilla è un biopic scritto, diretto e prodotto da Sofia Coppola. La storia è l’adattamento cinematografico di Elvis and Me, libro autobiografico pubblicato nel 1985 da Priscilla Presley, la quale appare anche come produttrice esecutiva del suddetto film. Sebbene sia un film che ruota attorno alla figura di Elvis Presley, la colonna sonora non contiene canzoni del re del rock: questo perché la Elvis Presley Enterprises si è rifiutata di cedere i diritti musicali per il film di Coppola. Le musiche sono dunque cover realizzate dalle band Sons of Raphael e Phoenix (di quest’ultima è frontman Thomas Mars, il marito della regista). Si è calato nei panni di Elvis l’attore australiano Jacob Elordi, noto per la serie tv Euphoria (2019) e il film Saltburn (2023), mentre Priscilla è interpretata da Cailee Spaeny, la quale ha vinto la Coppa Volpi al Festival del cinema di Venezia 2023 per la sua interpretazione.
Un ritratto che rimane sfocato, come delle scelte formali che sembrano smorzare i contrasti per ampliare il senso di straniamento, una reclusione che allontana sempre più la realtà esterna della quotidianità di Priscilla e della figlia. Rimane l’immagine di una donna che rivendica la libertà, anche dal suo “carceriere” così inconsueto. In assenza delle canzoni originali, la Coppola ricorre in famiglia ai Phoenix e una scelta che va nella direzione dell’anacronismo tentata in Marie Antoinette, culminata con una versione cantata da Dolly Parton, in realtà la versione originale, di I Will Always Love You, resa immortale da un’altra donna imprigionata, ma dalla depressione dal talento, come Whitney Houston. (Mauro Donzelli – Comingsoon.it)