Il Critico – Crimini tra le righe, il film diretto da Anand Tucker, è ambientato nella Londra del 1934 in uno spietato e competitivo ambiente teatrale, nel quale si intrecciano i destini dell’attrice Nina Land (Gemma Arterton) e del critico Jimmy Erskine (Ian McKellen), che l’ha stroncata sulle pagine del The Daily Chronicle, diretto da David Brooke (Mark Strong). Quest’ultimo ha ereditato l’impero giornalistico dal padre e inizia subito a riformare la struttura del Daily Chronicle per competere con The Daily Mail. La riforma vuole rendere il giornale patriottico, più vicino alla famiglia e soprattutto ha intenzione di interrompere i rapporti instaurati in passato con i fascisti britannici di Mosley.
Tra le file del giornale c’è anche Erskine, il critico più celebre e temuto del tempo, un personaggio sopra le righe e la cui omosessualità non è ben vista nella società di quegli anni. Erskine per un’intera vita ha scritto sul Chronicle, assumendo un grande potere: influenzare il pubblico di spettatori e consacrare o distruggere una carriera con un solo articolo. Nonostante la sua posizione sia apparentemente sicura, il critico a David non va a genio, soprattutto perché Erskine non ha intenzione di adattarsi alla nuova visione riformata del giornale. Quando stronca l’astro nascente Nina Land, riceve un ultimatum da David Brooke, ma il critico decide di stroncarlo. Complice anche l’arresto per ubriachezza molesta, Jimmy Erskine si ritrova inaspettatamente (per lui) licenziato.
Il critico dovrà ricorrere all’aiuto di colei a cui ha rovinato la carriera per riottenere quel potere editoriale che sembra momentaneamente aver perso a causa di Brooke, Tra ambizione e conflitti, i protagonisti rimangono intrappolati in una rete di misteriosi ricatti e subdoli inganni…
Da un romanzo di Anthony Quinn adattato da Patrick Marber, quello di Anand Tucker è un film che fin dal titolo parla di una professione in crisi, con toni che vanno da una sorta di affettuosa nostalgia a una crudele messa alla berlina. Ian McKellen, che giganteggia e si diverte come un matto, e per noi che lo guardiamo è una goduria, è Jimmy Erskine, una sorta di versione debosciata di Anton Ego, che proprio in virtù del suo ego finirà per fare una brutta fine. Ma non è il solo: perché, oltre che sulla critica, e il rapporto tra critico e artista, questo è un film che parla di tutti mestieri, di tutti gli uomini, delle illusioni del sé, dei disastri dell’ego. Elegante e curato, recitato benissimo, alcuni momenti e dialoghi sono davvero notevoli. ( Federico Gironi – Comingsoon.it)