Il tempo che ci vuole, diretto da Francesca Comencini, è un film autobiografico, infatti è un racconto personale di alcuni momenti trascorsi dalla regista con suo padre.
Luigi e Francesca (Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano) condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo. La storia è ambientata durante gli anni di piombo, sul set di Pinocchio, il film a cui sta lavorando suo padre in quei giorni. Lei è una bambina ma lui le parla con serietà, compostezza e rispetto come si fa con un’adulta.
Francesca cresce e diventa ragazza in un periodo storico di cambiamento, ricco di lotte politiche e di rivoluzioni sociali, ma purtroppo anche di stragi. La sua passione per il cinema la accompagna sempre ma la magia fa spazio all’insicurezza. È proprio in questo frammento della storia italiana che compare e si diffonde nel Paese l’eroina, che segnò e stravolse profondamente la vita di Francesca e della sua generazioni.
Luigi è disarmato, non sa come reagire, ma decide di starle accanto portandola con sé a Parigi.
Dopo le serie tv Gomorra (2014), Luna Nera (2020) e Django (2023), la regista Francesca Comencini torna a scrivere e dirigere per il grande schermo. Il tempo che ci vuole è un film autobiografico, che racconta di alcuni momenti intimi della regista con il padre Luigi Comencini, uno dei massimi esponenti della commedia all’italiana, il tutto sullo sfondo degli anni di piombo italiani. Ad interpretare padre e figlia sono gli attori Fabrizio Gifuni (vincitore di due David di Donatello) e Romana Maggiora Vergano, già vista in C’è ancora domani (2023) di Paola Cortellesi. L’opera, prodotta da Kavac Film, IBC Movie, One art con Rai Cinema, in coproduzione con la francese Les Films du Worso e distribuita da 01 Distribution, è stata presentata fuori concorso al Festival di Venezia 2024.
Un viaggio liberatorio, quello che pesca dalla memoria di Francesca Comencini alcuni momenti chiave, dolorosi e salvifici, nel suo rapporto con il padre Luigi. Il film più personale e anche il migliore, in cui con una forma di discrezione racconta i suoi anni più cupi, quando passava dall’adolescenza all’età adulta e gli inciampi erano frequenti, mentre un padre severo lottava fra l’impossibilità di continuare a proteggere la figlia e il bisogno di esserle d’aiuto. Ci ha pensato il cinema a rendere universale questa storia, e il rapporto fra loro due, in una storia commovente e coraggiosa in cui è difficile non identificarsi. (Mauro Donzelli – Comingsoon.it)