Troppa grazia
con Alba Rohrwacher, Elio Germano
di Gianni Zanasi
con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron, Carlotta Natoli
Commedia (110 min.)
UN FILM STRA-ORDINARIO IN CUI SI RIDE MOLTO. UNA LETTERA D’AMORE E UN’ODE PAGANA AGLI ARTISTI.
Lucia è una geometra specializzata in rilevamenti catastali, nota per la pignoleria con cui insiste nel “fare le cose per bene”. La sua vita, però, è tutto fuorché precisa: a 18 anni ha avuto una figlia, Rosa, da un amore passeggero; ha appena chiuso una relazione pluriennale con Arturo; il suo lavoro precario non basta ad arrivare a fine mese. Approfittando della sua vulnerabilità economica, Paolo, il sindaco del paese, le affida il compito di effettuare un rilevamento su un terreno dove un imprenditore vuole costruire un impero immobiliare. Ma su quel terreno incombe un problema che Lucia individua immediatamente, anche se non ne vede con chiarezza i contorni. Paolo invece le chiede di “chiudere un occhio”.
A Lucia appare la Madonna: una figura femminile straniera e assai decisa che le ordina di far costruire una chiesa proprio su quel terreno comunale.
Troppa grazia è un film stra-ordinario, nel senso che è completamente fuori norma: dunque perfetto per raccontare la storia di un incontro paranormale fra un essere ultraterreno e un essere che con la terra campa. Lucia non si sente affatto benedetta dall’apparizione ma anzi, fa di tutto per sottrarsi a quella “sfiga”. Lei che insegna alla figlia che “i problemi non si sollevano, si affrontano”, si ritrova fra le mani la Madre di tutti i guai: una figura femminile che non accetta altro che la verità.
Risiede proprio nella femminilità contrapposta delle due protagoniste (tre, se contiamo anche Rosa) la chiave di lettura più potente di Troppa grazia. Ma dire che il film di Gianni Zanasi, scritto a otto mani (due sole delle quali appartengono a una donna, Federica Pontremoli) sia femminista è riduttivo, perché Zanasi segue un istinto e non un manifesto: l’istinto è quello di Lucia, ma anche quello di Alba Rohrwacher, mai stata più brava (e più bella) che in questo ruolo mette a disposizione corpo, mente e cuore senza mai tirarsi indietro. Rohrwacher si abbandona al turbinio della storia e alla guida del regista con la stessa impavida titubanza della geometra abituata alla razionalità e messa alla prova dal soprannaturale. È la sua essenza luminosa a dare a Lucia quella credibilità continuamente sfidata dagli sviluppi di una trama che incalza e provoca e spiazza noi come la sua protagonista. (mymovies.it)
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