Ennio, il film di Giuseppe Tornatore, è un documentario incentrato sulla figura del grande maestro Ennio Morricone, il compositore italiano, scomparso il 6 lugli 2020, che con la sua grande dote musicale ha contribuito a creare il sound degli anni ’60. Un nome non solo della musica, ma anche del cinema, grazie al sodalizio con Sergio Leone, che ha permesso a Ennio di lasciare il segno con le sue note dagli spaghetti western fino al colossale ultimo film del regista, C’era una volta in America (1984).
Il film racconta un’eccellenza italiana, fautore di oltre 500 colonne sonore – tra cui alcuni film dello stesso Tornatore – e onorato nel 2007 dall’Academy con un Oscar alla carriera. A delineare il ritratto di questo artista sono diversi volti del cinema, che hanno avuto il piacere di lavorare con lui, dagli italiani, come Bernardo Bertolucci, Vittorio Taviani, Nicola Piovani e Carlo Verdone, fino ai colleghi d’oltreoceano, come Clint Eastwood, Hans Zimmer, Oliver Stone, Quentin Tarantino e Bruce Springsteen. Ma tantissime altre sono le figure note che hanno voluto spendere almeno una parola per provare a descrivere un uomo divenuto leggenda.
E’ sentito, accorato e non sentimentale l’approccio di Giuseppe Tornatore alla “materia” Ennio Morricone, perché regista e compositore hanno collaborato per ben 25 anni. Nel documentario dedicato alla carriera dell’amico, Peppuccio ne mette in risalto umanità e genialità, individuando nell’artista il vero e proprio inventore della musica per il cinema. Inconsapevole della propria somma bravura, Morricone ci appare schivo, enigmatico, riservato e in parte attraversato dalla paura di aver tradito il “padre” Goffredo Petrassi, insegnante di composizione. Scorrevole e impreziosito da scene di film e materiale d’archivio, Ennio è anche storia del cinema italiano più bello: quello di Bertolucci e Pontecorvo che non ci sono più, e di Sergio Leone e dei suoi carillon e pistoleri. (Carola Proto – Comingsoon.it)