Hill of Vision, film diretto da Roberto Faenza, è ambientato in Italia durante gli anni della Seconda guerra mondiale e racconta la storia di Mario (Lorenzo Ciamei), un bambino di quattro anni divenuto vagabondo, dopo che sua madre è stata arrestata e deportata dai fascisti in un campo di sterminio. La sua infanzia il piccolo Mario la trascorre per strada, cercando di sopravvivere.Con la fine della guerra, il bambino ritrova sua madre, ancora viva, e insieme decidono di ricominciare una nuova vita lontano, in America. Qui i due si trasferiscono nella comunità quacchera, nota come Hill of Vision, ma Mario non riesce subito ad ambientarsi. Importante per lui sarà lo zio fisico e la nascente passione per la scienza, che gli permetteranno di ritrovare quella quiete e quella normalità, che la guerra gli aveva portato via.
Ci sono storie vere che vanno narrate, come quella del Premio Nobel per la Medicina Mario Capecchi, diventata un film in cui Roberto Faenza ha messo cura, passione, precisione e rispetto. Diviso in due parti, Hill of Vision illustra l’infanzia dello scienziato prima del secondo conflitto mondiale e anche dopo, in America. Il regista infonde speranza, parlando del presente mentre narra il passato, e fa riflettere sulle disagevoli condizioni dei bambini di guerra. La differenza fra la prima e la seconda metà del racconto toglie però immediatezza al film, e qualche personaggio secondario manca del necessario seppur minimo approfondimento psicologico. (Carola Proto – Comingsoon.it)
CURIOSITÀ: Il film è tratto da una storia vera, quella di Mario Capecchi, Premio Nobel per la medicina nel 2007.