Psycho (versione originale – sottotitoli italiano)

Horror

di Alfred Hitchcock

con Janet Leigh, Anthony Perkins

Venerdì 25 novembre ore 21:00 Sabato 26 novembre ore 16:30

Anno: 1960

Durata: 109

Cast: Janet Leigh, Anthony Perkins, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam, Frank Albertson, John Anderson, Patricia Hitchcock, John McIntire, Mort Mills, Simon Oakland, Vaughn Taylor, Lurene Tuttle

Paese: USA

Distribuzione: Paramount

Sceneggiatura: Joseph Stefano

Fotografia: John L. Russell

Montaggio: George Tomasini

Musiche: Bernard Herrmann

Produzione: Shamley Productions

Psyco è un film del 1960 diretto da Alfred Hitchcock. La storia si svolge fra la città di Phoenix e un motel lungo la strada che dall’Arizona porta alla California. La giovane e inquieta Marion Crane (Janet Leigh) deruba di 40.000 dollari un cliente dell’agenzia immobiliare per cui lavora, perché è stufa della vita che conduce; infatti è costretta a vedersi nei ritagli di tempo con il proprio amante Sam Loomis, senza potersi sposare perché l’uomo è sommerso dai debiti per pagare gli alimenti alla propria ex moglie.
Viaggiando verso il negozio di Sam in California, a causa di un violento temporale, Marion si ferma presso il Bates Motel, incrociato sulla strada, per trascorrere la notte. Il Motel è diretto da Norman Bates (Anthony Perkins), un tranquillo giovane bistrattato e oppresso dall’anziana madre.
Marion dopo l’incontro con Norman decide di tornare a Phoenix per restituire il denaro sottratto, ma le viene impedito perché una figura femminile l’assale nella doccia e l’accoltella a morte.
Lila Crane, la sorella di Marion ingaggia un investigatore privato, Milton Arbogast, poiché è preoccupata dalla scomparsa della sorella. Insieme a lui decide di incontrare Sam per avere notizie di Marion, ma dopo aver parlato con lo squattrinato amante convince il detective ad andare alla ricerca della sorella, mentre lei rimane in California con Sam in attesa di notizie. Lila riceve una telefonata dal detective, in cui racconta di aver scoperto qualcosa, ma senza scendere in particolari. Anche Arbogast, però, sparisce nel nulla e Sam e Lila decidono di andare insieme alla sua ricerca per cercare di sciogliere questa misteriosa matassa ingarbugliata.
La coppia si finge sposata e giunge al Motel Bates per scoprire qualcosa sui due scomparsi. Quello di cui verranno a conoscenza andrà ben al di là di un semplice furto di qualsiasi somma di denaro.

Psyco è uno dei più famosi film di Alfred Hitchcock ed è stato senz’altro il suo più grande successo commerciale del regista, infatti costò poco più di 800.000 dollari e ne incassò più di 50 milioni.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Robert Bloch
Nel 1992 il film fu scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America
Il film fu girato in bianco e nero per evitare problemi con la censura, infatti quello che scorre nella scena più truculenta del film è cioccolato fuso e in una pellicola a colori non sarebbe stato possibile.
Il film ebbe quattro candidature ai Premi Oscar ma non ne vinse nemmeno uno, mentre fu assegnato un Golden Globe per la miglior attrice non protagonista a Janet Leigh.
Per la celebre scena della doccia sono serviti sette giorni di lavorazione (seguendo uno story board di ferro) e superava i limiti consentiti a quei tempi nella rappresentazione della violenza.

IL FILM E’ IN VERSIONE ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO

Psycho, il capolavoro di Hitchcock torna in sala in versione in 4k e con 13 secondi di tagli rimontati come nella versione originale
di Davide Turrini | 9 OTTOBRE 2022 (ilfattoquotidiano.it)

Psycho fa sempre molta paura. E non è una questione di purismo da retroguardia. Basta andare a recuperare il film di Alfred Hitchcock in versione restaurata in 4k dalla Cineteca di Bologna, il 10, l’11 e il 12 ottobre in sala. Al di là di tre, quattro jump scares che, arrivando per primi rispetto a quello che offriranno horror e thriller nei decenni a venire, fanno letteralmente scuola, Psycho rimane l’inatteso e l’audace – esce nel 1960 – tra pure formalità e inesausti classicismi di ieri (come di oggi) anche solo per le stilettate degli archi di Bernard Herrmann nel soundtrack. Spiegò Hitchcock a Truffaut nel celebre libro intervista Il cinema secondo Hitchcock: “Penso che la sola cosa che mi sia piaciuta, che poi mi ha convinto a fare il film, sia stato il modo improvviso con cui si commette l’omicidio sotto la doccia; è del tutto imprevisto ed è questo che mi ha interessato”. Certo, rimanere ancora sotto il getto della doccia di Psycho 62 anni dopo, sembra di quelle operazioni nostalgiche da cinefilia retrò.

Eppure quella cinquantina di frammenti montati con una rapidità esemplare, ricomposti mostrando nudità impossibili, immaginando il sangue invisibile, ascoltando la lama dello psicopatico Norman Bates (Anthony Perkins) che si infila nella carne di Marion (Janet Leigh), rimane una di quelle esperienze sensoriali profonde della storia del cinema senza eguali. “In Psycho del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche; quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico”, spiegava Hitch sempre a Truffaut. Tanti gli espedienti empirici di marketing che accompagnarono la preparazione alla visione, tra cui la richiesta del regista inglese di togliere dal mercato il più alto numero di copie del libro (mediocre ed omonimo di Robert Bloch) da cui il film è tratto o quello di imporre con cartelloni esplicativi all’ingresso dei cinema e addirittura mettendo guardie private agli ingressi delle sale per non permettere agli spettatori di entrare a film iniziato (pratica classica almeno fino a una ventina d’anni fa).

Ma torniamo al blocco della doccia, che si situa poco prima della metà del film, e nella stanza del macabro motel della morte pone fine alla fuga della protagonista rea di aver sottratto 40mila dollari ad un cliente dell’ufficio dove lavora come segretaria a Phoenix in Arizona. “Prima dell’inizio delle riprese vere e proprie, Mr. Hitchcock mi ha mostrato gli storyboard, disegnati per il montaggio della scena della doccia dal geniale artista Saul Bass, che ha realizzato anche i titoli del film. Erano previste da settantuno a settantotto angolazioni di ripresa, ognuna delle quali sarebbe durata sullo schermo due o tre secondi. Ma che un’immagine apparisse sullo schermo per due secondi o due minuti o venti minuti, ci voleva comunque lo stesso tempo per preparare la macchina da presa; le basi erano le stesse”, spiegò nel 1995 la Leigh, tra l’altro mamma di un’altra grande attrice, Jamie Lee Curtis. Questa invece la versione di Hitchcock, sempre dal libro intervista di Truffaut: “Le riprese sono durate sette giorni e ci sono state settanta posizioni di macchina per quarantacinque secondi di film. Per questa scena mi avevano costruito un meraviglioso busto finto con il sangue che doveva sprizzare sotto le coltellate, ma non l’ho usato. Ho preferito utilizzare una ragazza, una modella nuda, che doppiava Janet Leigh. Di Janet, si vedono solo le mani, le spalle e la testa. Tutto il resto è con una modella. Naturalmente il coltello non tocca mai il corpo, tutto è fatto con il montaggio. Non si vede mai una parte tabù del corpo della donna (il codice Hays ancora vigeva a Hollywood ndr) perché riprendevamo alcune inquadrature al rallentatore per evitare di avere i seni nell’immagine”. Chiaro, Psycho è anche molto, tanto, immensamente altro. E per quello c’è nientemeno che la sala ad attendervi. Completamente rea versione restaurata, spiegano dalla Cineteca di Bologna, ha 13 secondi di tagli rimontati come nella versione originale voluta da Hitchcock nel 1960.

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