Caracas, film diretto da Marco D’Amore, racconta la storia di Giordano Fonte (Toni Servillo), uno scrittore partenopeo, tornato a Napoli dopo diversi anni di lontananza. L’uomo gira per una città che inghiotte l’individuo e lo terrorizza, ma al contempo lo affascina. Insieme a lui c’è Caracas (Marco D’Amore), un uomo dell’estrema destra e prossimo alla conversione all’Islam. Caracas cerca qualcosa, una verità sulla vita, che sembra impossibile da trovare.
Giordano con i suoi versi canta un amore impossibile, quello tra Caracas e Yasmina, mentre si addentra in una città, dove ognuno spera di non perdersi mai o di trovare il giusto vicolo per salvarsi. Tutti sognano, dopo un incubo, di poter riaprire gli occhi e di raggiungere, dopo una lunga e oscura notte, una giornata luminosa.
Dopo il successo della serie tv Gomorra (2014-2021) e il film L’immortale (2019), il partenopeo Marco D’Amore torna alla regia con il suo secondo lungometraggio per il grande schermo, ambientato come sempre a Napoli. Dopo un esordio che gli è valso il Nastro d’argento al miglior regista esordiente, D’Amore finalmente si slega dal personaggio di Ciro l’Immortale per raccontare una storia diversa, ispirata dal romanzo Napoli Ferrovia dello scrittore Ermanno Rea, edito nel 2007 da Feltrinelli. Oltre a guidare la macchina da presa, D’Amore si è anche cimentato nello scrivere la sceneggiatura, questa volta col supporto dell’autore Francesco Ghiaccio. Il regista si è inoltre calato nei panni di Caracas, il personaggio principale della storia, affiancato da Toni Servillo, che interpreta il giornalista Giordano Fonte. Marco D’Amore e Toni Servillo si trovano a recitare insieme per la seconda volta dopo Una vita tranquilla (2010), film diretto da Claudio Cupellini.
Al secondo film di finzione, Marco D’Amore affronta il libro forse più difficile ed enigmatico di Ermanno Rea, “Napoli ferrovia”, che nel 2007 dipingeva già il mondo in cui ci troviamo a vivere, tra razzismo, rivalsa dell’estrema destra e desiderio di assoluto. Ed era anche la confessione della crisi di un intellettuale impegnato, smarrito in una città che non riconosce. Dal libro, D’Amore trae un ottimo film, evidenziando gli elementi onirici e visionari, il dubbio sulla certezza, la realtà contro lo stereotipo. Di altissimo livello le interpretazioni dei protagonisti, con un Toni Servillo indimenticabile. (Daniela Catelli – Comingsoon.it)
CURIOSITÀ :
Il film è tratto dall’opera letteraria Napoli Ferrovia di Ermanno Rea.