Il Gusto delle cose, film diretto da Tran Anh Hung, si svolge in Francia nel XIX Secolo.
Eugénie (Juliette Binoche) e il rinomato chef Dodin Bouffant (Benoît Magimel) lavorano fianco a fianco da ormai oltre vent’anni. La cucina di Bouffant è di altissimo livello, i suoi piatti sono considerati tra i più gustosi e raffinati del paese. La collaborazione con Eugénie è stata fondamentale in tutti questi anni per costruire l’eccellenza che tutti gli riconoscono.
La grande complicità, inevitabilmente presente tra i due, è anche alla base di un forte sentimento amoroso e passionale, soprattutto da parte di Dodin. Lo chef decide di arrendersi all’evidenza e chiede più volte alla sua socia di sposarlo. Eugénie è una donna molto indipendente, ha sempre rifiutato le proposte di Dodin perché vede nel matrimonio una minaccia per la sua libertà.
A questo punto, l’uomo, stanco della sua riluttanza, decide di conquistarla facendo una cosa che non aveva mai fatto prima: cucinare per lei.
PANORAMICA SU IL GUSTO DELLE COSE
Il gusto delle cose è il settimo lungometraggio scritto e diretto da Trần Anh Hùng, regista vietnamita d’origine e francese d’adozione. Il film prende ispirazione del romanzo La Vie et la Passion de Dodin-Bouffant (1924), dello scrittore svizzero Marcel Rouff, e dalla figura dello scrittore francese e gastrosofo Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826). Per realizzare le pietanze che si vedono nel film – in cui è centrale l’aspetto culinario – è stato ingaggiato in qualità di consulente tecnico lo chef francese Pierre Gagnaire, il quale può vantare quattordici stelle sulla guida Michelin. Altro consulente è stato lo storico Patrick Rambourg, specializzato in storia culinaria francese. Dopo I figli del secolo (1999), di Diane Kurys, Il gusto delle cose è il primo film in cui recita nuovamente insieme l’ex coppia sentimentale formata dagli attori Juliette Binoche e Benoît Magimel. Il film è stato presentato in anteprima e in concorso al Festival di Cannes 2023, dove Trần Anh Hùng ha vinto il Premio al miglior regista. Il film è stato anche selezionato per rappresentare la Francia agli Oscar 2024.
Mélo e gastronomia, amore e cucina. Tran Anh Hung mette in scena una parabola romantica – dall’esito inevitabilmente tragico – in un contesto che ricorda i libri di cucina della food blogger Mimi Thorrison, tutti campagne francesi, chateaux da sogno, pentolami di rame da morire di invidia. Il regista gira con una sola macchina da presa che dondola lentamente attorno a piatti e protagonisti, e lascia che l’unica colonna sonora sia lo frigolare dei grassi, il sobbollire dei brodi, delle salse e dei fondi di cottura, il rumore delle foglie scosse dal vento e il cinguettare degli uccelli. Tolte le scene di cucina, di preparazione e di consumazione dei piatti, non c’è molto, se non la recitazione di Magimel e un sentimentalismo che convince fino a un certo punto, sobrio sì, ma comunque molto saccarinico. (Federico Gironi – Comingsoon.it)